lunedì 26 maggio 2014

F**K project: un nome o più nomi per il beachwear

Qualche sera fa, passeggiando per una cittadina, notavo in un negozio di costumi e "beachwear" un cartello vetrina di un marchio a me prima sconosciuto e denominato F**K. Il riferimento alla arcinota parola inglese mi è parso subito lampante, con quegli asterischi che sostituiscono ovviamente una vocale e una consonante. Potete trovare il sito al dominio effek.it (non effekappa.it e qui invece mi pare risulti evidente il riferimento alla parola inglese "effect", scelta in linea e coerente per brand della moda). Insomma, sembra che questo brand di beachwear ambisca ad essere molte cose, sin dal suo nome. Troppe cose? Non credo. Credo infatti che la strategia nominale sia tutto sommato semplice. Il brand è e rimane a tutti gli effetti FK, pronunciato - presumo - all'italiana. I due asterischi agiscono quindi ad un livello quasi subliminale, collegandosi all'immaginario erotico del brand, ravvisabile dagli shooting fotografici.

lunedì 19 maggio 2014

I vantaggi del rasaerba Grin

Estate, o quasi. Tempo di tagli d'erba. I fine settimana nei quartieri residenziali, ovunque essi siano, alle periferie delle città e anche in paesi di campagna, laddove ci sono case con un po' di giardino, assomigliano a quella memorabile descrizione che ne fece Giorgio Falco nel romanzo L'ubicazione del bene. Ma lasciamo stare questi strazi uditivi, questi mosconi supplementari che si aggiungono alle mosche della bella stagione, quest'inquinamento acustico che è anche figlio di un modo sempre più malato di intendere l'urbanistica e il giardino e che poco o nulla ha a che fare con le aziende produttrici di macchine rasaerba, che cercano soltanto di offrire prodotti adatti alle mutate esigenze di mercato. Notavo la pubblicità di questo Grin, rasaerba che mostra evidenti vantaggi per l'utilizzatore: non si raccoglie l'erba, non si va in discarica, non si cambia la frequenza del taglio. Il nome rimanda chiaramente al colore "green". Il prodotto appare davvero innovativo, ma qui, come altre volte, mi chiedo se non è stato un po' sprecato il potenziale innovativo del prodotto con un nome che non parla dei vantaggi e che non lo posiziona nell'universo della concorrenza. Sicuramente questo nome ha altri vantaggi, come la brevità e la memorabilità e sicuramente la comunicazione pubblicitaria tradizionale e via Internet dell'azienda promuove i vantaggi. Ma perché non pensarci sin dal nome a comunicare questi vantaggi unici? E se Giorgio Falco ha ragione, perché non lavorare sul silenziare il più possibile i rasaerba non elettrici? Per le aziende produttrici di rasaerba ecco magari un argomento dove puntare, nella progettazione e nelle future campagne pubblicitarie...

lunedì 12 maggio 2014

"Merriam's Guide to Naming". Una biblioteca per il naming #2

Il libretto che Lisa Downey Merriam ha scritto è una pratica guida al business naming, sulla scia di quei manuali e prontuari così diffusi nella tradizione anglosassone. Forse non vi troverete problematizzata dentro tutta la complessità del naming come potrebbe accadere in uno studio di matrice europea, tuttavia proprio per questo il volumetto risulta utile. Si tratta inoltre di uno dei più recenti contributi esplicitamente dedicati al naming (in questo spazio dedicato ai libri cercherò di dare notizia di titoli che non riguardano esplicitamente il naming e che tuttavia possono rivelarsi utili, come potrebbe essere, ad esempio, il volume che tempo fa Anna Maria Biason ha pubblicato per Il Mulino con il titolo di Retoriche della brevità). Il libro della Merriam intitolato Merriam's Guide to Naming abbraccia diverse "dimensioni" del problema del nome, dalle start-up ai colossi delle multinazionali, seleziona i criteri che di solito si rivelano vincenti per la creazione, per la selezione e per la valutazione di un nuovo nome, cita gli errori più comuni e ha un occhio di riguardo al crescente problema dei nomi di dominio e a quello dei nomi che si rendono necessari in seguito a fusioni e acquisizioni.

lunedì 5 maggio 2014

Magista di Nike. Lo scarponcino da calcio innova anche nel nome

In occasione degli eventi sportivi più importanti i colossi dello sport lanciano i prodotti che segneranno una strada, faranno tendenza e faranno anche molto discutere. Per le Olimpiadi di Londra - ne abbiamo già parlato - fu la volta di Flyknit di Nike, e ora invece, con i mondiali di calcio in Brasile alle porte, ecco spuntare questa nuova e innovativa scarpa da calcio che di nome fa Magista. Il naming appare assai curioso. Rovistando nel web non si trova granché relativamente a questo nome, alla sua generazione. Se attingiamo alla lingua inglese, pare che la parola che può aver dato lo spunto a questo naming, a mio avviso significativo perché innovativo e di rottura, adatto tra l'altro a un prodotto che si presenta appunto innovativo e di rottura da un punto di vista di design, è "magisterial", la quale rimanda a qualcosa di magistrale, solenne, dotato di grande autorevolezza. (Dicevo di un "innovativo e di rottura" perché troppo spesso, anche le aziende italiane, sprecano importanti e innovativi contenuti di design non comunicandoli bene con nomi altrettanto innovativi.) Magista sembra riportare anche al latino "Magistra". In italiano ricorda molto "regista", uno dei ruoli più poetici del calcio, anche se mi sembra sia una espressione un po' scomparsa, come la "marcatura a uomo". In italiano abbiamo poi il rimando a "magismo" e sicuramente a "magia", rimando che può sopravvivere anche ad un livello internazionale, che sicuramente è il territorio di questo nuovo brand di Nike.