Il perseguimento di un buon posizionamento
organico sui motori di ricerca ha fatto sì che si sviluppasse tutta una serie
di domini internet (e talvolta naming veri e propri) dati dalla combinazione di
più parole chiave. Faccio un esempio che non ho verificato: se lancio un
negozio di spazzolatura per cani è facile che possa affidarmi a un dominio
internet come spazzolaturacani.qualcosa. Se l'attività ha come base operativa
principale o comunque importante il sito web, questo potrebbe anche diventare
un vero nome dell'attività, anche se si andrebbe contro i principi solidi del
naming che vorrebbero evitati i nomi e le stringhe descrittive. Quel che però
Internet ha introdotto, soprattutto per i business sempre nuovi che ambiscono a
posizionarsi in pochissimo tempo, è proprio questa tendenza nel naming di
dominio nonché talvolta nel naming vero e proprio. Si tratta di aspetti noti
già da un pezzo. Non sono così convinto che questa strada sia sempre premiante.
Certo, con un dominio come spazzolaturacani.qualcosa mi posizionerò alla svelta
sui principali motori di ricerca con la ricerca tramite le parole chiave
"spazzolatura+cani". Ad ogni modo sono chiari i moventi di queste
scelte, mentre per i risultati e l'efficacia non mi pare esistano ancora delle
certezze. Per finire e per restare aderenti al nostro esempio, se stiamo
parlando di una catena o di un franchising di negozi spazzolacani allora va
bene il nome di dominio descrittivo, se invece quel negozio ha un sito ma ha sede solo a Fontane di Villorba –
ipotizziamo – tanto vale optare per un nome di fantasia.
sabato 28 maggio 2016
lunedì 23 maggio 2016
Il naming per Android N potrebbe creare un precedente rilevante
"#NameAndroidN" e poi "Stiamo cercando il nome da dare alla prossima versione di Android, "Android N". Hai in mente dei nomi golosi che inizino con la lettera N?" si legge nel sito ufficiale, qui. La ricerca è nota e c'è molto rumore attorno. Del resto c'era da aspettarselo. Sotto riporto anche il video dedicato. Il nome ha un vincolo e deve iniziare per N-. In sostanza è partita una grossa campagna di "crowd-naming" (la potremmo chiamare così?) dove chiunque puoi sentirsi namer inventando un nome candidato il cui unico vincolo è appunto la lettera N- come iniziale. Al passaggio successivo il namer può anche condividere il proprio suggerimento col resto del mondo. Cosa accadrà? Qualcuno dirà "l'ho suggerito io quel nome", ma tanto non v'è traccia di chi suggerisce cosa. Si tratta di un passaggio e precedente interessante per il naming, dove chi fa il naming passa davvero in secondo piano e dove un nome importante della futura quotidianità di molti potrebbe essere nato da un utente qualsiasi, con un cellulare in mano fermo al semaforo il lunedì mattina in attesa di entrare in ufficio, prima che quello o quella dietro suoni il clacson affinché si rimetta in marcia...
sabato 14 maggio 2016
Un lavoro di verbal branding: il payoff per Officina Media
Officina Media è una realtà della provincia di Treviso operativa in progetti di comunicazione. Ha sede a Susegana. Capofficina è Damiano Menegon, che mi ha coinvolto in vista del lancio del nuovo sito per un progetto di verbal branding: la costruzione del nuovo payoff. Nel caso specifico di una realtà operativa nei servizi e progetti di comunicazione il payoff può rivestire una funzione analoga a quella che offre nel mondo delle marche: descrivere, orientare, evocare, consentire e sostenere lo sviluppo dei progetti. E sono state queste le riflessioni alla base della ricerca e costruzione di payoff per Officina Media, che dopo alcune sessioni creative s'è diretta per "Chiavi per comunicare". La volontà è stata quella di legare il payoff al nome dell'azienda, laddove naturalmente "Officina" era la parola più caratterizzante. Scartate le strade che prevedevano l'utilizzo di parole come "strumento/i" (per eccessiva concorrenza) e "arnese/i" (per qualche dubbio sulla percezione e sulle associazioni con la parola "arnese") si è previlegiata la via che portava alla parola "chiave/i", intesa come attrezzo per serrare/aprire e soprattutto come attrezzo che permette di raggiungere un determinato fine e quanto serve a capire, a svelare qualcosa. Naturalmente anche l'accezione musicale di "chiave" ha concorso all'adozione del payoff.
domenica 8 maggio 2016
Il contesto e la pragmatica fanno la differenza nel naming (ad esempio Contrasto)
"Contrasto" potrebbe essere uno di quei nomi che semanticamente si tenderebbe a scartare, quantomeno in una "normale" sessione creativa di naming, per il semplice fatto che evocare un contrasto a partire da un nome potrebbe non essere una mossa azzeccata. Eppure il naming, che non è scienza esatta ma una pratica che si avvale di apporti teorico-scientifici da più discipline, ci mostra come la pragmatica e il contesto comunicativo facciano la differenza e ci soccorrano, spesso nella disambiguazione. Trattandosi di un nome notissimo con profonde radici nella fotografia, "Contrasto" vive benissimo il suo dato di realtà, rimandando a uno dei parametri fondamentali di regolazione in fotografia. Si tratta solo di un esempio, tra tantissimi altri possibili. Serve e mi serve a sdrammatizzare il piglio eccessivamente normativo che a volte il naming sembra prendere e a puntare il dito sulla pragmatica, talvolta ingiustamente dimenticata nel nucleo ibrido di discipline che concorrono nelle riflessioni teoriche sul naming.
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