giovedì 5 gennaio 2012

Naming e fonosimbolismo #3: Schweppes

Questo di Schweppes è proprio un esempio interessante. Schweppes è un normalissimo brand name che deriva dal nome del fondatore, esattamente come Barilla, Benetton o Ferrari, forse il brand italiano per antonomasia. Il fondatore, un uomo vissuto tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, si chiamava Johann Jacob Schweppe. 


L'altro giorno, osservando il packaging di una bottiglia di Schweppes, mi sono reso conto di come l'azienda giochi apertamente - ad un livello olistico direi - con il "presunto" suono dell'anidride carbonica quando fuoriesce da un contenitore aperto o stappato. L'attacco in S, "ch", la W, la S finale: il brand name Schweppes sopra a delle bollicine di anidride carbonica ha il suo perché, e nella creazione dell'identità verbo-visiva della marca tutto questo ritorna apertamente.


L'interesse di questo esempio sta però nella casualità di tutto ciò. Schweppes non è un nome coniato appositamente per l'ingegnosa bibita aggiunta di anidride carbonica ma semplicemente il nome derivato dal fondatore, una bizzarra e casuale versione moderna del nomina sunt consequentia rerum (un adagio sul quale poggia un po' tutto questo approccio fonosimbolico al naming). Si aprirebbero qui questioni troppo complesse che toccano la convenzionalità del linguaggio. In questi spazi, più volte, siamo stati più propensi a prendere in considerazione un opposto res sunt consequentia nominum. Ma quel che mi limito a fare è riportare qualche esempio adatto ad un capitolo aperto sotto il titolo di "naming e fonosimbolismo", ragion per cui vi lascio l'augurio di buon 2012 offrendovi la celeberrima Tonic Water: è il caso di dire che l'anidride carbonica quel signor Schweppe ce l'aveva proprio nel sangue (come tutti noi, del resto)!

2 commenti:

  1. Una domanda: in tedesco le tre lettere "sch" rappresentano un unico fonema, /ʃ/, e non mi è chiaro perché "S" e "ch" vanno invece analizzate separatamente. Forse oltre al fonosimbolismo intervengono anche fattori grafici, per esempio in questo caso le due "p" potrebbero far pensare alle bollicine che salgono verso l'alto?
    Grazie,

    Francesca

    RispondiElimina
  2. Grazie Francesca. Domanda e commenti molto interessanti.

    Vero quel che dice per l'attacco del nome, cioè "sch" come unico fonema. Se però ci pensa, questo nome sembra scomponibile ad un livello non tanto molecolare ma addirittura "atomico". Io ho suggerito di separare "S" e "ch" perché credo rilevante la simmetria tra attacco e chiusura del brand name (entrambe per "S", anche ad un livello grafico). Prenda poi le uniche vocali che ne fanno parte, due sole /e/ che sono le vocali della rapidità (quella dell'anidride e delle bollicine che salgono, proprio come quelle rappresentante nell'identità visiva della marca?). Così come, ad esempio, la stessa /w/ viene a ricoprire un certo ruolo nella "tenuta fonosimbolica" (involontaria?) di questo nome, posizionata lì nel mezzo. Per quanto riguarda la due /p/, è quindi altrettanto plausibile che queste rimandino alle bollicine. Certo, a posteriori, molte cose si possono raccontare e giustificare, e - a dirla tutta - questo lavoro di "giustificazione-racconto" è parte integrante del lavoro svolto dei brand designers.

    Sarebbe curioso analizzare con quali differenze di pronuncia questo nome viene articolato nelle varie parti del globo...

    Grazie e a presto.
    Alberto

    RispondiElimina