domenica 30 novembre 2014

Chiamare un formato di pasta "radiatori"

Più aziende produttrici di pasta hanno adottato il nome "Radiatori" per il formato di pasta che vedete in foto. Tra poco citeremo De Cecco, ma si potrebbe fare anche il nome de La Molisana. Naturalmente il nome di un formato di pasta spesso non si discute, in quanto ha (o dovrebbe avere) a che fare con una tradizione più o meno sedimentata. Resta il fatto che, per come si sviluppa la struttura nominale di un prodotto nello specifico settore merceologico della pasta, ogni singolo nome assume un certo peso. Pensate a Barilla, dove potete trovare il "secondo" brand di Emiliane e poi un'ulteriore denominazione, in una struttura nominale tripartita. E molte aziende pensano anche di trasformare in brand il nome del formato più o meno innovativo di un determinato tipo di pasta. Siamo nell'ambito, tutto in divenire e assai curioso, del "food design". Tuttavia, io credo che resti anche il fatto che per molti consumatori il nome "Radiatori" non potrà apparire particolarmente seducente. Per curiosità vi copio il testo che De Cecco propone nel proprio sito (ma molte altre sono le aziende a proporre questo formato): "Molti formati di pasta si ispirano al mondo della meccanica e dell’industria automobilistica, come le ruote o le lancette. Anche i radiatori nascono da questa tradizione e presentano un design a forma di cilindro con le alette ondulate la cui forma trattiene molto bene i sughi." Leggiamo "ruote" e "lancette". Ecco, è vero che anche ruote e lancette hanno a che fare con il mondo della meccanica, però forse è diverso l'appeal che tali nomi hanno, se paragonato a quello di "radiatori". Anche questo sarebbe un pensiero da verificare. Voi cosa ne pensate?

lunedì 24 novembre 2014

Il nome Cactus per la nuova Citroën C4

Sicuramente il design è di rottura, come nell'indole storica del brand Citroën. Ma non è il design che ci interessa, anche se sicuramente il rapporto che si crea tra design e naming è qualcosa di interessante da monitorare (ad esempio, non di rado un naming rinunciatario depotenzia un design innovativo). Per questa nuova auto c'è un nome nel nome, ovvero gli Airbump, la tecnologia dei nuovi alveoli-paraurti morbidi immediatamente visibili sulla carrozzeria e fortemente caratterizzanti. L'estetica del Pluriball ha fatto il suo ingresso nel mondo dell'auto tanto che questa è stata definita "first bubble-wrapped car". Il progetto si inserisce nella sedimentata gamma C4 con il nome di "Cactus". Perché Cactus? Probabilmente, così come le spine dei cactus e delle piante grasse in genere servono a proteggere, anche l'innovazione degli Airbump serve a proteggere e questo si è voluto comunicare con il nome Cactus. Sicuramente si è previlegiato l'aspetto protettivo delle spine dei Cactus, non quello "offensivo" (pungono anche, in fin dei conti), anche perché quelle cellule morbide, alla vista, appaiono da subito inoffensive. Penso sia comunque un segnale che evidenzia ancora una comunicazione incentrata sulla sicurezza di chi sta nell'abitacolo. Verrà probabilmente il momento di una macchina "altruista", che concentrerà la propria attenzione comunicativa (e magari il proprio nome) sulla protezione di chi sta fuori dall'abitacolo, a passeggiare o a correre, in bici, in scooter o in un'altra auto. Potrebbe essere un'interessante strategia comunicativa nell'affollatissimo mondo delle promesse pubblicitarie lanciate dalle nuove auto.

domenica 16 novembre 2014

Con l'ereader tolino non si legge solo Topolino

Sta decisamente al di fuori dalla folla dei nomi degli ebook reader questo tolino. Se pensiamo ai vari Kindle e Kobo ci rendiamo conto che almeno per noi italiani ha un suono decisamente nuovo. Recentemente ne abbiamo sentito parlare per l'accordo che Deutsche Telekom ha stretto con ibs.it (potete leggere qualcosa qui). Il "Kindle tedesco", come qualche giornalista l'ha presto ribattezzato, si inserisce in una scia di pensieri che attanaglia il vecchio continente: i grandi colossi come Google e Amazon iniziano ad avere troppo potere e anche certe iniziative europee di digitalizzazione in ambito culturale sono evidentemente una risposta alle strategie di digitalizzazione del patrimonio librario operate da Google, quasi una risposta politica alla percezione di un rischio di una nuova imminente colonizzazione dell'immaginario. Con Amazon non siamo da meno. Il gigante fondato da Jeff Bezos spaventa molti e fa discutere per più motivi (di pochi giorni fa è la pubblicazione dei dati di bilancio che ha fatto piovere vendite del titolo sullo sfondo di un outlook deludente). Il nostro ereader tolino, con l'iniziale minuscola, mi pare susciti una qualche curiosità sin dal nome, oltre che per il suo porsi come "concorrenza" salutare. Si è attestato inizialmente in un mercato germanofono e ora, con l'arrivo in Italia, è facile che al nostro orecchio (orecchio di lettori di Topolino!) ricordi davvero quel fumetto, in un modo quasi appiccicoso. Resta fortemente caratterizzante il finale in -ino, che in italiano rimanda sempre al diminutivo, a cose piccole quindi (aspetto positivo per un dispositivo portatile, ma da tenere monitorato in ottica di percezione del brand tolino).

domenica 9 novembre 2014

Origine del nome di marca Life Savers (le Polo americane "salvagente")

Leggendo una nota biografia sul poeta Hart Crane mi sono imbattuto sulle caramelle "di famiglia", le Life Savers. Hart Crane era infatti figlio del caramellaio Clarence Crane che si inventò, con l'aiuto di un farmacista, queste caramelle col buco, simili alle nostre Polo, che dovevano avere la prerogativa di non sciogliersi in estate. Sono un interessante esempio di naming che deriva dal food design. In parte abbiamo parlato di qualcosa di simile per un prodotto analogo, i Chupa-Chups e una situazione simile si ravvisa in tanti naming di formati di pasta. La caramella risultante presente una chiara forma a "salvagente". Il fatto che queste caramelle fossero vendute come mentine per l'alito (vedi il caso Mental, ad esempio) aggiunge altre implicazioni interessanti a questo nome. Tra le "curiosità" della pagina Wikipedia leggiamo che "Il nome Life Savers deriva dalla particolare forma dei salvagenti bianchi che diventarono obbligatori sulle navi in seguito al disastro del Titanic nel 1912. È probabile che l'inventore abbia attribuito questo nome in seguito alla morte del figlio avvenuta per soffocamento da caramella e per evitare che altri bambini facessero la stessa fine", e inoltre che "lo slogan iniziale recitava For That Stormy Breath e offriva una soluzione per migliorare un alito tempestoso" fino allo slogan attuale che "recita A hole lot of fun, che in inglese è un gioco di parole in quanto "a whole lot of fun" significa "un sacco di divertimento" e cambiando la parola "whole" con "hole" si ottiene "un buco di divertimento".

domenica 2 novembre 2014

La parola "pedibus" e l'ecologia di facciata

"Pedibus" è una parola di origine latina al caso ablativo che ormai si è imposta nel mondo scolastico per indicare queste cordate di bambini che, accompagnati da adulti, raggiungono la scuola. Richiama il latino per "piedi", ricorda nella parte finale il "bus", con uno sbandierato piglio ecologico (a dire il vero oggi esisterebbero anche bus "ecologici", insomma non ci sono soltanto i bus e i pulmini che ti soffocano con una zaffata scura di gasolio). Si tratta di una parola che si è ormai diffusa, quasi un brand insomma. L'aspetto di ecologia però si frantuma in giornate come quella di Halloween. Nella scuola elementare dove va mio figlio i bambini del pedibus, accompagnati da mamme con cappello conico in cartone da strega, hanno lanciato in aria decine di palloncini gonfiati a elio che inevitabilmente si depositeranno a inquinare da qualche parte. Ecco, queste sono le ipocrisie e l'ecologia di facciata sbandierata da una parola di successo e diffusasi rapidamente. "Ahi serva Italia, di dolore ostello".