giovedì 26 aprile 2018

Ferrero acquisisce la confectionery di Nestlè, incluso il brand Butterfinger. Il caso curioso di questo naming

Come reso noto a inizio 2018, Ferrero ha fatto shopping negli USA per acquisire il business dolciario di Nestlè. L'accordo è ovviamente di natura finanziaria e produttiva (prevede l'acquisizione di stabilimenti produttivi statunitensi di Nestlè), ma è anche un accordo che riguarda l'acquisizione di brand e brand names. Tra questi nomi si ricordano Butterfinger, BabyRuth, 100Grand, Raisinets, Wonka e, come leggiamo in adnkronos "il diritto esclusivo sul marchio Crunch negli Stati Uniti per il confectionery e per determinate altre categorie, così come i brand di caramelle SweeTarts, LaffyTaffy e Nerds". Le Butterfinger sono barrette al cioccolato e burro d'arachidi molto popolari in America. Sono state inventate nel 1923 e dal 1990, dopo vari passaggi, sono entrate nell'orbita e portafoglio di Nestlè. Nella pagina Wikipedia "La barretta venne commercializzata dall'azienda Curtiss Candy Company di Chicago che per darle un nome indisse un concorso pubblico. Per il nome è stato scelto un termine slang che descrive una persona goffa, termine usato soprattutto in ambito sportivo per un atleta a cui spesso casca la palla." Chiaramente il nome richiama anche la forma affusolata della barretta, il fatto che si mangi con le mani/dita e anche un ingrediente fondamentale.

lunedì 9 aprile 2018

Il nome per un profumo: uno sguardo alla primavera/estate 2018

Lo sappiamo: quello dei profumi è il settore merceologico dove il naming è una delle chiavi di marketing più rilevanti (assieme al packaging, ovviamente). Poi è chiaro che le essenze e la fragranza faranno il resto. Ma nell'ambito dei profumi l'attenzione per i nomi è ancora a livelli massimi e analizzare quello che qui succede è sempre divertente. Diciamo anche che per chi si occupa di naming dare il nome a un profumo è forse il non plus ultra della realizzazione professionale. In questo articolo online della rivista "Grazia" si scopre qualcosa di più circa le novità previste per la stagione primavera/estate 2018. Se "Amo" di Ferragamo colpisce per brevità, rima e pregnanza, anche "Dolce" di Dolce e Gabbana si rifà a un'estrema sintesi. Colpisce per brevità anche "Sì" di Giorgio Armani, ma in assoluto il nome che incuriosisce di più, non tanto per il normale e diffuso ricorso alla lingua francese, bensì per essere un naming-frase di senso compiuto è "Le Jour Se Léve" di Louis Vuitton. Qui vanno rilevati e messi in risalto l'attacco con la lettera "L" e il finale, con la "V" di "Lève", i quali creano un rimando chiaro al brand name principale Louis Vuitton.