mercoledì 23 agosto 2017

Se nessuno sa scrivere Schweppes...

Già abbiamo parlato del naming di Schweppes in questo vecchio post, facendolo ricadere nell'insieme degli esempi di naming fonosimbolici. L'altro giorno ho intercettato per radio uno spot che diceva circa "Schweppes, il gusto inconfondibile che nessuno sa scrivere". Chiaro è il richiamo alla difficoltà di scrittura del nome Schweppes. In tempi di scrittura facilitata o suggerita dai motori di ricerca, può darsi che esista un vero e proprio problema di ignoranza attorno alla corretta ortografia del nome di marca e Schweppes potrebbe ben rappresentare un caso di questo tipo. Nello spot radiofonico Schweppes ha scelto la strada dell'autoironia, anziché, ad esempio, fare uno spelling lettera per lettera del nome, cosa che sarebbe stata un pelo pesante e forse fastidiosa, quindi inefficace. Ora, pensandoci bene, che un brand si ritrovi nella condizione in cui il proprio nome si sa pronunciare ma non scrivere non è il massimo della vita. La marca è pur sempre il capitale simbolico attorno al quale si concentra ogni investimento, per cui sarebbe sempre opportuno che un naming fosse privo di pronunce e ortografie errate. Per questo motivo la strada dell'autoironia dello spot radiofonico mi è parsa un buon inizio per recuperare la corretta ortografia del nome Schweppes (che poi è così bello).

mercoledì 16 agosto 2017

Come Google o Apple nominano i propri servizi e prodotti

Si va verso una googleizzazione della vita quotidiana. Il neologismo un po' ci voleva. Magari di neologismi del genere ne esistono altri, già testati e più belli, ma un blog sul naming può prendersi la licenza di parlare di "googleizzazione" come di "progressiva tendenza della vita quotidiana e delle abitudini che la contraddistinguono ad avere al centro il noto di motore di ricerca Google e i suoi molteplici servizi, che vanno dalla semplice posta, alle mappe, alle schede sulle attività commerciali (il servizio My Business)". Quel che colpisce ad un rapido sguardo panoramico sui nomi dei servizi Google è la loro semplicità e schiettezza: il naming dice, più o meno direttamente, ciò che il servizio fa. Un altro esempio? La posta elettronica, battezzata all'epoca semplicemente Gmail, cioè la mail della grande G. Oppure il già ricordato servizio di mappatura denominato Maps. Quel che si ricava è che i vari servizi che stanno sotto il megabrand non hanno nomi particolarmente ricercati o fantasiosi, anzi, tutt'altro. Lo stesso vale, passando a un concorrente simbolico di Google, per Apple (esempi siano i nomi-brand assai semplici di iPhone o iPad o Watch). Ecco, una volta tanto ne ricaviamo forse una regola generale: più è grande e noto il megabrand globale che fa da ombrella a una serie di servizi, più è semplice e quasi banale la denominazione scelta per i servizi o i prodotti che stanno sotto questo megabrand globale.

lunedì 7 agosto 2017

Gogo, il nome dell'azienda che fa navigare sopra le nuvole

Estate tempo di viaggi e di aerei più frequenti. Anche no, in realtà, perché uno può prenderli tutto l'anno gli aerei e evitarli in estate. Oppure può non prenderli mai. Ad ogni modo, in estate tutto ciò che richiama il viaggio è spesso potenziato nell'eco. Ecco allora anche il "problema" della connettività laddove spesso manca, cioè all'interno degli aeromobili in volo. E tra chi offre servizi di connettività wi-fi sopra le nuvole spunta il simpatico e breve nome Gogo, letteraralmente, come leggiamo nel profilo Twitter, "the Inflight Internet Company. We are the leading global provider of broadband connectivity products and services for aviation". Il servizio, come si apprende anche dalla pagina Wikipedia, è ormai adottato da molte e importanti compagnie aeree. Il naming è risultato della collaborazione con Igor, un'agenzia americana interamente dedicata al naming. Se tra decollo e atterraggio un tempo si installava una sorta di discontinuità della connessione, ecco che anche a quella discontinuità si è pensato e si è pensato per porvi rimedio, ovviamente. Dal punto di vista del nome, risalente ormai al 2008, possiamo notare una certa vicinanza a un megabrand che fa la nostra quotidianità, Google, la semplicità della sillaba ripetuta e la rotondità sonora ripresa anche dal logo. Il nome breve si presta inoltre a essere declinato in altri nomi con l'aggiunta di suffissi, per esempio quando serve nominare un nuovo servizio legato a Gogo. Gogo presentava da subito caratteri di innovazione e mi pare oggi più che mai logico che l'occasione del giusto naming non venisse sprecata con l'adozione di un nome banale (in realtà spesso succede che un servizio innovativo venga banalizzato proprio dal naming e ciò non è mai un grande affare). Ecco allora le ragioni dell'intervento dell'agenzia specializzata Igor, sintetizzato anche qui per chi volesse approfondire (qui sotto invece, per concludere, un video del 2009 in cui Richard Branson annuncia Gogo Wi-Fi nella flotta di Virgin).